Nurj |
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| La mia idea è che in fondo il vampiro non pensa in maniera così differente da un essere umano. Senza cadere in stupide considerazioni banali, siamo disposti a uccidere per un paio di scarpe, figuriamoci spinti da un dolore lancinante che solo il sangue può lenire -e in questo, ho apprezzato molto "Lasciami entrare" che fa capire quanto la povera Eli soffra quando ha fame-. Secondo me non è nell'alimentazione che il vampiro trova se stesso (trovo che sia riduttivo come dire che l'essere umano si esaurisce nella pasta al forno), e di fronte al tempo che passa si comporta come un vecchio che dice "ai miei tempi..." anche quando parla della spesa che ha fatto ieri mattina, angosciato dall'inesorabilità con cui è destinato a perdere tutto. Solo che il vampiro, contrariamente al vecchio, ha la possibilità di "mimetizzarsi" e fingere che il tempo gli appartenga e non viceversa. E qui forse, ritengo parecchio credibile un vampiro alla S.Germain. Se da morto ti piace gozzovigliare nel fango i casi sono due: o ti piaceva farlo anche da vivo (e in questo caso, mi chiedo chi ti abbia abbracciato) o perché ti si sono bruciate le sinapsi dopo la morte (e in questo caso, non credo che avrai una lunga vita). Se invece hai quel minimo intelletto che ti serve per non farti impalare a lungo, in millenni qualcosa qualcosa lo imparerai... e SICURAMENTE non ti iscriverai al liceo!
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