| Near Dark - Il Buio si Avvicina USA 1987
Regia: Kathryn Bigelow
Cast: Adrian Pasdar: Caleb Colton Jenny Wright: Mae Lance Henriksen: Jesse Hooker Bill Paxton: Severen Jenette Goldstein: Diamondback Tim Thomerson: Loy Colton
E’ un vampiro donna quello a cui pensa Kathryn Bigelow. Ammantato dal pallore che era proprio di Carmilla (il personaggio gotico-romantico di Sheridan Le Fanu). Il sapore e il colore dell’alba sulla pelle, negli occhi, nel sorriso. Ma la caratteristica di Mae, androgina e splendida maestra della notte, è la stessa che condanna all’eternità i suoi simili: non può vedere il sole. Se no brucia. E vive unicamente da quando il buio si avvicina. Questione di tempo: l’attesa, l’arrivo della notte, la soglia che la divide dal giorno. Near Drak è ambientato nell’arco di questa soglia temporale. Non è un paradosso, dato che parliamo di personaggi che hanno dimestichezza con i margini: non-vivi (Caleb, diventato vampiro ma non irrimedibilmente) e non-morti (gli altri desperados tra i quali, appunto, Mae). I primi si addestrano a resistere all’odore della notte, che assomiglia troppo a quello del sangue; i secondi hanno una terribile nostalgia del giorno e sognano di crepare nell’abbraccio mortale del sole. E’ quello che succede alla fine ai vampiri “anziani” Jesse e Diamondback. Lui ha combattuto per il Sud (e ha perso), lei è stata raccattata in qualche bordello, iconografia da puttana di un romanzo di James Crumley. Jesse e Diamondback come Bonnie & Clyde, anzi meglio, perche nell’imprinting umano loro due, inequivocabilmente “mostri”, hanno mantenuto solo una cosa: l’utopia dell’amore, il desiderio. Quando l’ultimo duello al sole se li porterà via per sempre, per loro non ci sarà che la salvezza. Così come è catartico, purificatore, il fuoco (di passione) che brucia Homer, il ragazzino, innamorato di una viva, Sarah, sorella di Caleb. L’inferno è lastricato di buone intenzioni, ma qui parliamo di un’intenzione che si fa bruciante: quella di amare. E nell'amore per la fanciulla fatta ad immagine e somiglianza di Dio c’è, anche stavolta, la salvezza. Sole, Amore e Tempo. Near Dark è un western (inutile sottolinearne i motivi) un horror e un melodramma. E’ la fusione calda del postmoderno, la presa di coscienza di un’artista totale dell’eterogeneità degli elementi che fanno grande (ieri, oggi, speriamo domani) una storia cinematografica. Near Dark sa che a bruciare è il racconto stesso, la sua forma, il suo medium. Sole (luce) e tempo: gli elementi chiave dell’inquadratura; il buio “vicino” è anche quello della sala all’interno della quale il cinema “vive”. Del resto Kathryn, nella sparatoria al Motel, cerca un effetto chiaro: ad ogni proiettile che viola la sicurezza oscura della camera dei vampiri succede subito un fascio di luce che ferisce, simile (anche nel pulviscolo che illumina) a quello che il proiettore spara sullo schermo. Near Dark è l’ultima ballata dei cavalieri dalle lunghe ombre, quelli rincorsi nel Far West dal nostro sguardo, che a volte vorrebbe essere il loro, nostalgico ed eterno.
(recensione tratta da "Nocturno Dossier")
Commento personale: Il fascino dell'ambientazione, l'oscurità come boa di salvezza, il terribile sole sempre dietro l'angolo, la scena del Bar (uno dei top gore del film), la colonna sonora dei Tangerine Dream, la vampira Mae... e poi gli altri struggenti e affascinanti martiri crepuscolari: Jesse, Severen, Diamondback e Homer... Date una visone a questo film e poi mi direte. Buona oscurità a tutti voi...
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